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Storia di Viola

Storia di Viola


Gli storici ci assicurano che l'origine di Viola è antichissima. Per alcuni Viola significherebbe "piccola via", forse una via secondaria romana che attraverso il valico del Mindino e Prato Rotondo metteva in comunicazione con la Liguria; altri invece penserebbero ad una via dell'olio dalla Liguria al Piemonte, tenendo presente come appare in documenti antichi il nome di Viola, scritto in latino Vehola.
In documenti del 1142 la troviamo già menzionata come comunità attiva, facente parte del marchesato di Bonifacio del Vasto, discendente dal famoso Aleramo e fondatore del marchesato di Ceva.
Sotto il dominio di quest ultima casata restò a lungo, quindi sul finire del secolo XVII il feudo venne diviso fra gli ultimi discen-denti del marchese e parte di esso toccò ai Faussone, ai Vegnaben ed ai Promis.
Nel 1794 ed anni seguenti subì l'invasione napoleonica con tutte le dolorose conseguenze; sul colle di S. Giacomo sono ancora visibili i segni delle trincee di quelle memorabili battaglie.
Il torrente Mongia, che sorge alle falde del Mindino, divide Viola in due borghi: borgo Castello ove si vedono ancora i segni dell'antica fortezza. Sulla piazza del castello, in platea castri, come ricorda un antico documento, si amministrava la giustizia e si punivano, alla presenza della popolazione, i colpevoli dei vari reati secondo le allora vigenti leggi locali.
Sull'altra sponda vi è il capoluogo con la parrocchiale di S. Giorgio, la cui fondazione si fa risalire verso il 1190. Con l'incremento della popolazione s'impose l'ampliamento e per ben tre volte la chiesa fu ingrandita sino a raggiungere le dimensioni attuali. Nel 1885 la popolazione toccò la punta più alta di 1130 abitanti.